La tua specializzazione è la tecnica “compound” e lavori solo con quella, ma non è affatto semplice come potrebbe sembrare, giusto?
Sì, io produco anche per conto terzi e le richieste aumentano, ma non è facile creare qualcosa di unico e bilanciato con la tecnica compound in cui sono specializzato. Anche in liquoristica si effettuano infusioni a freddo e bisogna stare estremamente attenti ai tempi di infusione e alla quantità delle botaniche. Quando si produce un gin London Dry o Distilled è più semplice mantenere costanza nel prodotto, mentre con un gin compound è sufficiente cambiare una quantità di pochi grammi, avere una temperatura diversa o lasciare in infusione un’ora in più ed ecco che tutto il prodotto si sbilancia. Per questo motivo si tratta di una tecnica difficile.
In certi casi viene considerata una tecnica inferiore o più grezza, ma in realtà è una tecnica che permette di creare prodotti di altissima qualità. Sono necessarie materie prime di qualità e un’ottima conoscenza dei metodi di estrazione degli aromi in alcol. Dare un corretto bilanciamento non è facile, ma una volta bilanciato il gin, la sua qualità non è affatto bassa e quindi penso che sia giusto rivalutare positivamente questo metodo.
Quindi la scelta delle botaniche e altre scelte che hai fatto per Gin Clandestino, come per esempio quella di non filtrarlo, devono essere state particolarmente ponderate…
Sì, infatti alcune botaniche le coltivo io, per esempio il coriandolo e qualche altro ingrediente segreto. Poi coltivo tante altre erbe e piante come la melissa, l’artemisia, la salvia, l’erba luigia, il rosmarino eccetera che non si trovano nel gin. Non uso mai estratti già pronti e faccio essicare le erbe al buio con un metodo più lento, ma che permette di non disperdere gli oli essenziali e che evita l’ossidazione, mantenendo aromi e colori perfetti Anche la raccolta deve avvenire al tempo balsamico giusto.
Per quanto riguarda le botaniche che mi procuro da fornitori esterni, non è stato facile trovare quelle che avessero la qualità che voglio io. Tra l’altro ogni botanica fà discorso a sé perché le caratteristiche dipendono da tanti fattori, fra i quali la spontaneità. io infatti faccio crescere le piante come fossero spontanee, senza l’uso di insetticidi e senza sradicare del tutto le erbacce, perché la pianta che trova maggiori difficoltà nel crescere produce più oli essenziali essendo essi la loro difesa naturale.
Anche la scelta del non filtrare del tutto il gin è dovuta al fatto che volevo un aroma più intenso anche se a scapito della limpidezza del gin. Inoltre è molto più coerente con l’idea di richiamarsi ai gin del Proibizionismo. Poi non voglio svelare di più riguardo la lavorazione del gin, così come non ho svelato tutte le botaniche che utilizzo perché il suo bello è anche il mistero. Non svelare tutti i segreti è molto comune anche fra i produttori di assenzio.