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Gin Opificium: il gin di Liquoreria Friulana dal cuore friulano DOC

Vanessa Piromallo
January 20, 2021

Liquoreria Friulana è un'eccellenza profondamente legata al suo territorio e così è Gin Opificium: scopriamolo coi suoi creatori

In questo movimentato momento per il gin italiano sono tanti i prodotti eccellenti di cui vogliamo parlarvi e una lettura attenta (ma soprattutto un assaggio!) lo merita sicuramente Gin Opificium di Liquoreria Friulana (Spilimbergo – PN). Per scoprirne ogni sfaccettatura abbiamo intervistato Werther Zuliani e Stefano Da Ros, soci fondatori assieme a Gabriele Bot, friulani DOC e appassionati di liquori ed erbe.

gin opificium

Come nasce Liquoreria Friulana?

Werther: Liquoreria Friulana nasce nel 2004, fondata da tre compagni di corso dell’Università che, dopo aver ognuno intrapreso la propria strada, sono voluti tornare in Friuli, nella loro terra d’origine. Nello specifico sono stati i miei due soci, Stefano e Gabriele, ad aver voluto tornare a casa per fare liquori e, visto che io avevo già esperienza nel mondo degli alcolici, mi hanno chiamato per coinvolgermi nel progetto. Io e Gabriele abbiamo sempre lavorato nel campo della Ricerca & Sviluppo in ambito alimentare, quindi siamo appassionati della ricerca degli ingredienti e di come utilizzarli per il consumo.

I primi anni sono stati difficili. Con la crisi del 2008 tanti produttori della zona sono stati costretti a chiudere, ma noi, con un’azienda molto piccola, siamo riusciti a rimanere in piedi e a trovare nuovi clienti, superando così il momento di crisi.

Abbiamo sempre lavorato principalmente per conto terzi, con aziende anche molto importanti, ma poi abbiamo deciso di avere anche un marchio nostro con e infine è nata la linea Opificium il gin più il vermouth e il bitter. Questi ultimi due abbiamo cominciato a produrli ben prima che tornassero in auge e rispondevano alle esigenze della miscelazione, mentre il gin è l’ultimo arrivato, quando già stava prendendo piede.

Stefano: I nostri primi prodotti sono stati principalmente grappe bianche e grappe aromatizzate, poi siamo partiti subito con i vermut e nello specifico vermut varietali, la tipologia di prodotto più difficile ma per noi era importante che il ruolo del vitigno fosse importante e che le erbe so sposassero con il vino. Poi abbiamo prodotto il Nocino Friulano a base di grappa e una serie di amari. Tra questi l’Amaro dei Prati Stabili, che sono prati dedicati alla produzione di fieno, talvolta usati per il pascolo, non fertilizzati e dove crescono piante selezionate nei secoli e di cui molte ormai crescono solo in quei luoghi, quindi molto interessanti per la liquoristica. Lo stesso principio vale anche per il nostro Amaro di Spilimbergo, per il quale abbiamo però selezionato erbe più classiche in questa tipologia di prodotto. In seguito abbiamo cominciato la produzione di creme di latte e degli aperitivi, tra i quali il Rossomela, il primo aperitivo a base di succo di mela, sempre perché ci piace fare le cose difficili.

Werther: Il Rossomela è uno dei miei preferiti!

Come nasce Gin Opificium?

Stefano: La nostra passione per questo mondo ha radici profonde: tutti e tre siamo laureati in Tecnologie Alimentari, di cui uno degli sbocchi è proprio quello della liquoristica. Io inoltre ho sempre avuto una grande passione per le piante e per il loro utilizzo e sono un enotecnico. Per la nostra linea Opificium volevamo fare un gin che fosse un gin e quindi dove il ginepro fosse ben presente. Da subito volevamo selezionare solo pochi ingredienti i cui sapori fossero percepibili per dare riconoscibilità al distillato, mantenendo le caratteristiche primarie dei gin. Per lo sviluppo della ricetta ci siamo dunque basati su due concetti di base: semplicità e differenziazione dagli altri. Per questo motivo abbiamo scelto erbe diverse da quelle standard dei gin di largo consumo, evitando le spezie esotiche e preferendo piante che si possono coltivare in Italia. Dove possibile abbiamo scelto botaniche locali, come il ginepro proveniente dal Claut, il parco Naturale delle Dolomiti Friulane. Gli agrumi ovviamente non sono della zona, ma sono comunque italiani.

Gin Opificium, così come il vermouth e il bitter, è studiato per essere bevuto anche liscio, non solo in miscelazione. Lasciamo ai bartender il loro lavoro, che non è il nostro, e ci affidiamo alla loro bravura per miscelare i nostri prodotti.

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Come è prodotto Gin Opificium?

Stefano: Gin Opificium è un compound gin. Per la produzione utilizziamo un alcolato di ginepro prodotto da un altro nostro ex compagno di corso dell’Università, che ha una distilleria. Con le altre botaniche otteniamo gli oli essenziali tramite macerazione a freddo: questa tecnica ci permette di ottenere una freschezza che non si può trovare nei distilled gin e ci consente anche di preservare al massimo gli aromi degli ingredienti. In questo modo possiamo dare una struttura più solida al prodotto.

Questa struttura supporta i sentori mediterranei di Gin Opificium, dati da una base classica di ginepro, coriandolo, e radice di angelica alla quale uniamo una selezione di agrumi: limone, arancia amara, bergamotto di Calabria e mandarino.

Come avete scelto il nome e il brand della linea Opificium?

Werther: Liquoreria friulana è tecnicamente un opificio di trasformazione a freddo e la parola “opificio” ci piaceva, soprattutto nella sua pronuncia latina “Opificium” che ha un bel suono, con un che di misterioso.

Nella sua semplicità il brand porta avanti alcuni concetti fondamentali, a partire dalla sapienza dell’andare a cercare le materie prime, conoscerle e conoscere i nostri fornitori. La cura di ogni aspetto del prodotto, occhio, naso e bocca, deriva principalmente dalla nostra sommelier, Alice. Infine è ben chiaro il legame con il territorio, nel nome e nelle immagini che veicoliamo con il fiume Tagliamento, le Alpi eccetera. Anche se in fondo basta solo scrivere “Friulano”, infatti il nostro nome è Liquoreria Friulana, per sottolineare il legame. Tutti i friulani sono profondamente legati alla loro terra, al punto che in tutto il mondo esistono i Fogolârs furlans, realtà estere dove i friulani di seconda e terza generazione si ritrovano e parlano tra di loro in dialetto e portano avanti le tradizioni del Friuli.

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Quali sono i vostri cocktail preferiti con Gin Opificium?

Werther: Mi piace liscio, mentre -come cocktail- il mio preferito è il Negroni, da giovane lo bevevo spesso. Comunque Gin opificium funziona bene in molti cocktail e anche con toniche particolari. Per la miscelazione preferiamo fare un passo indietro e lasciare che sia il bartender a fare il suo lavoro. Quando il prodotto è buono, uno può lavorarlo come vuole. E’ come per il caffè: chi lo beve amaro rabbrividisce quando qualcuno ci mette lo zucchero e viceversa, ma il caffè deve essere un piacere ed è giusto che ognuno ne goda come preferisce.

Stefano: Il gin mi piace e lascio che sia il bartender a trasformarlo nei cocktail. Tra tutti i nostri prodotti il mio preferito è il vermut: sono un tipo da vino, sono un enotecnologo e quindi ho un debole per le cose fermentate.

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