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Gin Festival: come bere gin tonic premium in UK senza spendere troppo

Vanessa Piromallo
February 27, 2018

I gin del futuro secondo il Gin Festival? Tra gin esotici, colorati e fruttati emergono anche i gin italiani...

Il 16, 17 e 18 Febbraio, a Londra, si è svolto il Gin Festival, un evento itinerante che si tiene con una certa cadenza in diverse città dell’Inghilterra. Domenica 18 febbraio siamo andati a dare un’occhiata ai Tobacco Docks per scoprire di più su questa manifestazione dedicata esclusivamente al gin e abbiamo scoperto un approccio interessante per avvicinare le persone a questo distillato.

Copa piace al pubblico? Gin aromatizzati ed esotici…
e anche i gin italiani!

Il biglietto è decisamente economico, tra le 10 e le 15 Sterline a seconda del momento in cui lo si acquista, e oltre all’ingresso alla sessione scelta (ogni sessione dura circa 5 ore) include una copa balòn firmata Gin Festival e un Gin Tonic gratuito. All’interno si ha accesso gratuito alle masterclass in cui partecipano produttori e brand ambassador di alcune etichette, agli stand di presentazione dei gin, al Cocktail bar e all’immenso Gin Tonic bar oltre allo shop di Gin Festival.

Gli stand dove avere assaggi gratuiti sono pochissimi, una decina scarsa, con una piccola selezione di brand da provare, perché la vera attrazione sono i bar. Con solo 5£ (6,5£ per alcuni gin) vengono serviti Gin Tonic premium alla spagnola, con garnish e toniche selezionati per ognuna delle tantissime bottiglie presenti, mentre con circa 7£ si possono degustare i cocktail creati per l’occasione. Per l’Inghilterra si tratta di prezzi veramente bassi, soprattutto considerando la qualità dei brand. L’evento è finalizzato ad avvicinare coloro che non conoscono bene il gin a questo vasto mondo e in effetti la maggior parte dei partecipanti non erano esperti o addetti al settore, ma gruppi di amici e famiglie (sì, famiglie!) che hanno deciso di passare la domenica pomeriggio a bere Gin Tonic a nastro per qualche ora.

Durante il Gin Festival abbiamo notato due trend particolarmente interessanti. Innanzitutto, mentre durante altri eventi dedicati agli esperti del settore come il Ginposium e il Junipalooza, entrambi svoltisi a Londra, si dedica molto più spazio ai gin considerati più classici e si ha un occhio molto critico verso i gin aromatizzati, qui al contrario il pubblico ha mostrato un interesse fortissimo per i gin fruttati e particolari. Molti dei brand presenti infatti sono classificati come “contemporary” ed “experimental”, cioè fanno uso di botaniche particolari, anche ardite in certi casi, e molti sono “gin colorati”. Pochi London Dry e nessun gin barricato erano posti fra l’ampia scelta, mentre invece tra botaniche esotiche e frutta di ogni tipo c’era da perdere la testa e in effetti erano i gin maggiormente scelti dai partecipanti.

Per fare alcuni esempi, tra i gin aromatizzati noi abbiamo assaggiato il nuovo Sikkim alla mela verde, la gamma Skully, dall’Olanda, che comprende un gin al mandarino, uno agli agrumi orientali e uno al wasabi, e la gamma PJ Gin con le varianti al lampone, al sambuco e alla mela, ma tra i più noti c’erano anche il Brockmans, molto apprezzato, e il nuovo Pink Royal, una variante del London Dry Pink 47 infusa con frutti di bosco e prodotta in collaborazione con la master distiller Joanne Moore. Fra i gin contemporanei invece abbiamo provato Kuro Gin e Kokoro Gin, entrambi d’ispirazione giapponese, il Gotik, un complesso gin portoghese con frutti rossi e spezie esotiche, e l’Hidden Curiosities, con cinque diversi tipi di pepe, cardamomo verde e diverse varietà di agrumi fra i quali bergamotto e yuzu giapponese. C’era poi anche una buona scelta di gin liqueur, molto popolari nel Regno Unito. Fra questi un liquore di gin alla pesca e ibisco, uno alla patata dolce e prugna e uno alla mela cotogna e zenzero giamaicano.

Il secondo trend per noi interessante era la presenza di alcuni gin italiani. In particolare Gin Più Cinque, di Torino, aveva uno stand dedicato per farlo assaggiare gratuitamente ai presenti e ha riscosso un buon successo. C’erano poi anche Gin David e Tovel’s Gin, rispettivamente dalla Toscana e dalle Dolomiti, e la gamma di gin Aduro, dal Trentino. Quest’ultima comprende un gin al peperone, uno piccante chiamato Devil’s Tail Gin, uno fruttato e floreale chiamato Pink Passion più una versione Navy Strength e una Superior. Ci siamo sentiti chiaramente orgogliosi di vedere i gin italiani in mostra assieme agli altri e ci auguriamo che siano sempre di più quelli che conquisteranno il mondo! God Save the Gin!

Date e info su Gin Festival a questo indirizzo: https://www.ginfestival.com/

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