IlGin.it incontra Thomas Martini, barman dell’Harry’s Bar di Firenze, storico locale sul Lungarno in stile anni ‘50 specializzato in cocktail Martini. Abbiamo fatto due chiacchiere davanti a un bel drink e Thomas ci ha raccontato la sua esperienza con il nostro spirito preferito. Enjoy and God Save the Gin!
Oggi parliamo con Thomas Martini, barman dell’Harry’s Bar di Firenze
ilGin.it: Andiamo subito al sodo: cosa troviamo nella bottigliera dell’Harry’s Bar e come hai selezionato i gin presenti?
Thomas Martini: Abbiamo solo gin premium e sono circa quindici in totale. Innanzitutto ho scelto alcuni di quelli base tra i più famosi: Tanqueray, Bombay, Gordon’s e Plymouth. Il Tanqueray è il mio preferito e quindi li ho presi tutti compresi Rangpur e il più recente Bloomsbury. Poi ne ho selezionati alcuni più particolari come il Monkey 47 e l’Hendrick’s che sono sempre molto richiesti. Ci sono alcune bottiglie poi che ruotano così da proporre cose diverse.
iG: Il menù dei cocktail invece cosa propone?
TM: La nostra specialità è il Martini cocktail. Stiamo sul classico, senza cose strane.
Il drink storico dell’Harry’s Bar, proposto anche nel locale di Venezia, si chiama Godet e si tratta di un bicchiere da shot congelato in cui nebulizziamo il vermouth e lo riempiamo di gin tenuto in ghiaccio. Una sorta di Martini in miniatura a portata delle tasche di tutti. Abbiamo anche una serie di Gin Tonic serviti con Schweppes premium e utilizzando come garnish le botaniche della tonica.
In generale serviamo soprattutto grandi classici, che sono anche i più richiesti: Martini, Bellini, Manhattan, Old Fashion, Bloody Mary, Negroni.
iG: Fate anche abbinamenti con il cibo?
TM: Proponiamo il Martini in abbinamento alle ostriche. Di norma però non proponiamo abbinamenti ma il nostro aperitivo offre cibi che si adattano bene ai cocktail classici.
iG: Descrivi l’Harry’s Bar
TM: Il locale è tutto in stile anni ‘50, non solo per quel che riguarda atmosfera e arredamento ma anche nei particolari, compresi i bicchieri e i cubetti di ghiaccio grandi come si usava allora.
L’Harry’s è un American Bar a tutti gli effetti e quindi qui si viene per socializzare. Tutto il posto è studiato per agevolare la socialità, anche il bancone da me gestito è fatto in modo da permettere l’interazione con i clienti. Tutti i camerieri sono anche barman e perciò sono preparati, possono rispondere alle domande dei clienti, sanno spiegare tutti i cocktail. Il nostro pubblico infatti è principalmente adulto ed è quindi anche molto consapevole ed esigente. Noi proponiamo cocktail classici e da noi ci si aspetta che siano fatti a regola d’arte, non possiamo fare sorprese.
A volte ci vengono chiesti cocktail anche più vecchi, come il Gin Fizz o addirittura lo storico French 75, a base di gin, succo di limone e champagne.
iG: Abbiamo saputo che l’Harry’s è popolare anche tra i VIP…
TM: Molta gente che conta passa di qua. Io ho incontrato Roger Moore, Leaetitia Casta, Sting, Laurence Fishbourne (Morpheus del film Matrix) e altri.
iG: Ora parlaci di te, della tua carriera come barman
TM: Io sono cresciuto nei bar! Mio papà era un barman. Ho lavorato a Roma, dove ho imparato il mestiere in molti bar importanti, poi ho viaggiato in Europa. Ho lavorato soprattutto nei bar di Hotel a cinque stelle, specializzandomi negli ambienti di lusso.
Sono stato tanti anni in AIBES e ho partecipato attivamente a corsi, eventi e concorsi di bar classico della scuola di cucina Tessieri di Firenze. E qui a Firenze è arrivata per me l’occasione di diventare barman all’Harry’s Bar, un posto più piccolo e di nicchia rispetto a quello in cui lavoravo prima, cioè il bar dell’Hotel Principe di Piemonte, a Viareggio.
iG: Per concludere: qual è il segreto per un Martini cocktail perfetto?
TM: Per il Martini non utilizzate il ghiaccio ma tenete tutto in congelatore. Usate solo prodotti di gamma alta. E infine servitevi di un nebulizzatore così non dovete dosare il vermouth.
iG: E qual è un Martini cocktail un po’ diverso che consiglieresti?
TM: Martini con Tanqueray Gin, ovviamente, e lo Sherry al posto del Vermouth dry. Garnish con smoking twist al posto del twist di limone.
iG: La nostra classica domanda finale: qual è il tuo Gin Tonic preferito?
TM: Tanqueray Gin con Fever Tree e pepe rosa.
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