A tal proposito, raccontaci come sei arrivato a distillare.
La mia famiglia è arrivata in Puglia dal Veneto tanti anni fa: si è portata dietro usanze e culture di quella terra, che pian piano, venendo a mancare le generazioni più vecchie, si stavano perdendo. Per questo motivo ho deciso di riprendere in mano le redini di questa sapienza che faceva parte della mia famiglia da sempre. Con mia nonna e le mie vecchie zie ci siamo messi a vendemmiare, io e i miei cugini. Ci siamo sporcati le mani e immersi in queste tradizioni che fanno parte del nostro dna. Dopo il vino, è arrivato il momento della grappa, e mia nonna (94 anni, ndr) ha detto: la grappa la fanno i Panegos. Ecco da dove è arrivata la spinta per iniziare a distillare. Da lì alla creazione di Disonesto Gin è passato del tempo: la ricetta l’ho provata e riprovata, c’è voluto del tempo per metterla a punto. Poi, al momento di distillare, sono stato invaso da mille ricordi d’infanzia: mio nonno faceva la grappa e io da bambino lo assistevo nelle varie fasi. Erano cose che avevo dimenticato, ma mi sono tornate subito alla memoria quando è stato il momento di distillare Disonesto.