Nonno Gin, il distillato che tramanda storie di famiglia

Dodo, Piero e Francesco detto “Gin” erano tre fratelli, proprietari dell’azienda Fratelli Beccaro, che produceva vini, liquori e distillati ad Acqui Terme. L’azienda rimase attiva fino agli anni ’80, poi chiuse i battenti. Quarant’anni dopo, quattro nipoti dei tre fratelli hanno deciso di ridare vita all’attività dei nonni, fondando la Cugini Beccaro, con il quale hanno iniziato da poco a produrre Nonno Gin. Ci siamo fatti raccontare da loro i dettagli di quest’avventura.

Come è nata l’idea di fondare la Cugini Beccaro?

Noi cugini siamo cresciuti con il mito dell’attività dei nostri nonni. La Fratelli Beccaro è stata una bella azienda, che partita da Acqui Terme ha nel tempo aperto anche una sede a Marsala. Da piccoli, siamo cresciuti sentendo aneddoti sui nostri nonni. Così abbiamo deciso di ridare vita al loro antico progetto. Ci lavoriamo dal 2018 ma abbiamo fondato ufficialmente l’azienda – che da “Fratelli” è giustamente cambiata in “Cugini” Beccaro – a gennaio 2021.

Così avete creato Nonno Gin.

Sì, un gin che si chiama così in onore di uno dei tre nonni, Francesco detto “Gin”. Non abbiamo idea del perché venisse chiamato in questo modo, ma anche considerando che a tutti noi cugini il gin piace tanto, non potevamo far altro che produrne subito uno!

Siete usciti già con altri prodotti, però.

Sì: un vermouth e un bitter. Il vermouth è nato per celebrare il prodotto principale che producevano ai tempi i nostri nonni, il bitter completa la linea per poter creare un perfetto Negroni preparato con prodotti Cugini Beccaro.

Il vostro logo è un tucano: come mai?

La storia  del tucano fa parte di quella serie di aneddoti ai quali accennavamo prima. Ai vecchi tempi, l’azienda dei nonni aveva come logo un’aquila con sembianze un po’ fasciste: non perché i nonni simpatizzassero, semplicemente l’aquila è il simbolo di Acqui Terme. Non ci piaceva, volevamo cambiarla ma tenere sempre un volatile. Così ci è venuta in soccorso una di quelle storie di famiglia: uno dei nonni andò in Venezuela, tanto tempo fa, e lì comprò un tucano con l’intenzione di liberarlo. La nonna però se ne innamorò e volle portarlo fino in Italia, dove visse con loro per anni. Ecco il perché del nostro logo!

La persona raffigurata sull’etichetta di Nonno Gin immagino sia Nonno Gin!

Sì, è proprio lui! Quando eravamo piccoli ci portava in giro per il giardino a vedere le piante. Sull’etichetta Nonno Gin porta in giro Isabella (una dei quattro cugini, ndr).

Che tipo di gin è Nonno Gin?

Si tratta di un Blended, prodotto con una tecnica che divide per categorie le botaniche. Il ginepro viene distillato a parte, mentre altre distillazioni vengono fatte con tutte le spezie insieme, tutte le radici insieme, e così via facendo con tutti i gruppi di botaniche.

Quali sono le botaniche che avete scelto per Nonno Gin?

Sono circa una dozzina, tra le quali alcune segrete. Oltre al ginepro, ci sono agrumi, zenzero, eucalipto, cannella, macis, cardamomo e altre ancora. Non abbiamo scelto botaniche di zona, abbiamo preferito seguire i nostri gusti e ovviamente non è facile mettere d’accordo quattro persone! Volevamo un gin morbido e classico, abbastanza secco. In Nonno Gin si nota subito il ginepro, che poi lascia spazio a note fresche di agrumi, e dopo ancora a spezie e al balsamico dell’eucalipto. Inoltre abbiamo aggiunto anche una piccola percentuale di vinacce di Brachetto, che danno una chiusura morbida ed aromatica alla degustazione. Nel complesso Nonno Gin si può assolutamente definire un gin di altri tempi, con la forza del ginepro.

Come consigliate di degustare Nonno Gin?

Noi lo amiamo sotto forma di Negroni, con il nostro vermouth e il nostro bitter. Altrimenti è ottimo come gin tonic, utilizzando una tonica neutra, magari con un twist di bergamotto. Oppure con l’aggiunta di una semplice scorza di limone. Degustato in purezza dà grandi soddisfazioni, è perfetto anche per accompagnare un pasto perché non ha un gusto invasivo e non rovina i piatti.