Storia e Distillazione

Cocktail Genesis: come il Martini cocktail è diventato l’icona della miscelazione

labarbaalbar
January 9, 2023

"Il Martini cocktail è una filosofia di vita, un punto d'arrivo" - Xavier de la Muela, Dry Martini Bar, Barcellona

Pochissimi cocktail possono vantare di essere diventati un’icona, ma il Martini cocktail, servito nella caratteristica coppa omonima, è entrato nell’immaginario collettivo come il cocktail per antonomasia e l’epitome del bevitore raffinato e bon vivant.

La ricetta prevede solo tre ma fondamentali ingredienti: gin, vermouth dry e ottimo ghiaccio. Il segreto di questo drink è infatti la temperatura.

Al Due Hotel di Londra il cocktail è ad esempio preparato direttamente in coppetta miscelando gli ingredienti ghiacciati e guarnendo con una profumatissima buccia di limone di Amalfi. Il Martini è infatti tradizionalmente guarnito da un’oliva o da uno zest di limone. Fondamentale è anche il bicchiere di servizio, rigorosamente la coppetta, che deve essere freddissima.

L’origine di questo cocktail e del suo nome sono oggetto di forte dibattito. Alcune ipotesi fanno risalire il nome Martini al cognome del barista italiano che nella New York del 1912 avrebbe miscelato gin e vermut dry per omaggiare un illustre ospite, John D. Rockefeller. Secondo altri c’è lo zampino dell’immancabile professor Jerry Thomas, instancabile pioniere della miscelazione, che menziona nel suo libro il Fancy Gin Cocktail preparato con Old Tom,  vermouth dry, maraschino e bokers bitter (simile all’attuale orange bitter), finito con un twist di limone. L’ipotesi più accreditata è che si tratti di una variante del Martinez, che la leggenda attribuisce a Julio Richelieu nella città di Martinez, in California, dove un fortunato cercatore d’oro offrì questa bevanda a tutti gli avventori del locale per brindare.

Esistono moltissime versioni di questo cocktail. Ecco alcuni esempi: il Gibson (facilmente distinguibile per la cipollina in sostituzione all’oliva); Perfect Martini (con vermouth rosso e vermouth dry); Oyster Martini (con un’ostrica in sospensione, creato da Mauro Lotti, grande esperto di Martini); Vodkatini (vodka al posto del gin); Martinez (con vermouth francese, Kina Lillet e orange bitter); Nottingham Martini (con rum scuro, vermouth dry e scorza di arancia, firmato da Dario Comini); Dirty Martini (con salamoia di olive, il preferito da F.D. Roosevelt); Knickerbocker Martini (dall’Hotel Knickerbocker di New York, il barman Martini di Arma di Taggia lo finiva con un’oliva taggiasca); Gin & It (con vermouth rosso e ciliegina al maraschino); Hemingway (gin ghiacciato in coppa ghiacciata e vaporizzata di Noilly Pratt dry, lemon twist); Montgomery (un altro dei preferiti di Hemingway, le proporzioni 15/1 erano le stesse per cui il Generale Montgomery attaccava il nemico); Spicy Martini (con gocce di tabasco); Gin & Sin (Gin, succo di limone e d’arancia, gocce di granatina); Pink Gin (con alcune gocce di angostura bitter); American Style Martini (ghiaccio lavato con il vermouth dry e poi eliminato dal mixing glass); Dick Deming Martini (con gin ghiacciato e vino bianco); New Vesper James Bond Martini (lo scrittore Ian Fleming per sottolineare il doppio gioco della protagonista di Casinò Royale, mise nel martini sia il gin che la vodka).

Pur essendo la lista delle celebrità appassionate di questo drink praticamente infinita, è l’agente segreto più famoso di tutti i tempi ad averlo reso immortale. Chi dice di non aver mai sognato di sfoggiare uno smoking al bar e dire al bartender “Agitato, non mescolato” mente. Ci sono innumerevoli episodi in cui James Bond beve questo drink, in innumerevoli varianti. Da Casinò Royale in poi non viene più nominata la parola “Martini”, perché secondo la produzione il nome era troppo evocativo del vermouth italiano e hanno chiesto un contributo che l’azienda non ha concesso.

Il gusto secco e deciso del Martini cocktail lo rende perfetto in abbinamento ad antipasti di pesce o ai frutti di mare. Crudi di pesce e sushi sono sempre un’ottima idea con il Martini. Inoltre può essere un abbinamento sorprendente per chiudere il pasto accompagnandolo ad una torta al cioccolato. La raccomandazione ovviamente è che, data la forte ritualità che accompagna da sempre questo drink e la sua preparazione, siate attenti nella scelta degli ingredienti e meticolosi in ogni passaggio della creazione di questo drink. Ne sarete ripagati, da una delle migliori esperienze dedicate al gin che questo distillato può offrire.

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