Sono un grandissimo sostenitore del Made in Italy, innamorato del mondo del gin a 360°, e negli ultimi anni mi sono capitate tra le mani etichette interessanti con qualcosa in comune: l’uva. Ci sono svariati metodi di utilizzo di quest’ultima, che donano caratteristiche organolettiche differenti: dall’uso delle vinacce a quello delle bucce, foglie di vite, vino in purezza, acquavite e chi più ne ha più ne metta. In questo articolo citerò alcuni prodotti italiani che ho degustato e spiegherò i metodi di uso dell’uva che li differenziano.
Il primo che ho provato e mi ha folgorato è Grapeheart, Gin della Valpolicella, un Cold Compound 40%vol che racchiude nel suo colore ambrato i sapori del pregiato vino Amarone, realizzato da Francesco Accordi, Marco Grison e Marco Marchesini, assieme a Saverio Denti di Mistico Speziale. Sulle botaniche essiccate si vaporizza l’amarone, aromatizzandole e rendendole umide per cui necessitano di un’ulteriore essiccazione, in tal modo i loro sapori vengono armonizzati dall’amarone, che funge da collante e costruisce un bouquet unico ed equilibrato.