Sapete dove nasce l’arte dell’invecchiamento? Senza viaggiare chissà dove, partiamo proprio da qui, quando gli antichi Romani scoprirono che il vino che i Galli conservavano in contenitori di legno era meglio del loro conservato in anfore di terracotta. Col passare dei secoli è diventato sempre più diffusamente comune trasportare cibo e bevande in barili di legno, spesso quercia, perché adatti ai viaggi in nave, economici e più igienici di altri tipi di contenitori. C’è voluto poco quindi per rendersi conto di come, col passare col tempo, l’alcol cambiasse sapore dentro al legno, diventando addirittura migliore. Nei barili, infatti, gli spiriti perdono in parte quel sapore forte che brucia in bocca, acquisendo note speziate, note di vaniglia e note di frutta secca.
Oggi l’arte dell’invecchiamento degli spiriti e della barricatura è ormai assodata, soprattutto per quello che riguarda whisky, bourbon e cognac. E anche il gin si è fatto strada in questo campo. Le opzioni sono infinite, poiché il risultato finale dipende da moltissimi fattori di cui lo spirito di partenza è solo l’inizio. Il tipo di legno, cosa era contenuto prima nei barili, il tempo impiegato dall’invecchiamento, il clima e altro. Tutti questi elementi vanno studiati per ottenere l’equilibrio perfetto nel prodotto finale.