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Gin Tzòa e Amaro Hàntak: come Viere Hänte racconta la Lessinia

Vanessa Piromallo
March 31, 2023

Raccontare il territorio della Lessinia, la cultura dei cimbri, lingua e folklore: ecco la mission di Viere Hänte con Gin Tzòa e Amaro Hàntak

Quando si racconta di spiriti autenticamente autoctoni è necessario parlare di Viere Hänte, il progetto di due famiglie accomunate da una passione enorme per la Lessinia e per i distillati di cui ci parlano Francesco e Filippo. Insieme hanno creato Amaro Hàntak e Gin Tzòa, non semplicemente due prodotti di eccezionale qualità e gusto, ma due veri e propri ambasciatori di un territorio in ogni singolo dettaglio. Con la loro storia non si limitano a portare avanti i sapori della zona, ma anche la cultura, il folklore, il territorio, la natura e la lingua dei cimbri, popolo di origine tedesca che qui vive dal XII secolo. Volete sapere come? Ve lo raccontiamo in questa intervista.

Come nasce Viere Hänte?

Il progetto di Viere Hänte nasce nel 2021, in quel momento terribile in cui ci siamo trovati tutti rinchiusi in casa, con tanta incertezza verso il futuro. Questo periodo però ci ha anche ulteriormente riavvicinati al concetto di famiglia e quello che abbiamo creato voleva quindi essere un regalo per i nostri genitori, un modo per ringraziarli della passione che ci hanno trasmesso verso quel territorio meraviglioso che è la Lessinia.

Quando ancora non ci conoscevamo, eravamo ragazzini, il caso ha voluto che i nostri genitori ci portassero spesso, nei momenti di svago, in Lessinia, altopiano che si trova a nord Verona, e il legame verso questi luoghi è continuato nel tempo. Una volta cresciuti ci siamo tornati spesso, in modo quasi ossessivo, appassionandoci non solo alla natura, ma anche alla storia, alla cultura, alle tradizioni e all’antica lingua dei Cimbri, la popolazione di origine germanica che abitava questo ricchissimo territorio. Più cose scoprivamo, più si ravvivava il nostro interesse e più studiavamo, ed è così che abbiamo avuto l’idea di creare prodotti legati alla Lessinia: volevamo farci ambasciatori del territorio, far scoprire agli altri quanta ricchezza celi sotto ogni punto di vista, eppure ancora poco conosciuto.

Cosa significa Viere Hänte?

Per il nome dell’azienda e dei prodotti abbiamo scelto parole cimbre nella speranza di sensibilizzare le persone verso le tradizioni di questo popolo. La lingua sta ormai scomparendo, solo pochi anziani in Lessinia la parlano. Viere Hänte ha un duplice significato: indica il numero 20, l’anno terribile della pandemia, da esorcizzare con i prodotti ispirati alle leggende cimbre, come vedremo; ma vuol dire anche “quattro mani”, a ricordare il sostegno che ci diamo costantemente in questo progetto, e non solo, tra noi e le nostre famiglie.

Il simbolo che utilizziamo come logo rappresenta un numero 20 stilizzato, poco leggibile, interpretabile in modo personale, come quando si cercano forme nelle nuvole, e vuole ricordare il numero come se fosse realizzato con le “laste”, le pietre che in Lessinia si utilizzavano per delimitare i confine dei terreni di diverse proprietà: un richiamo alla roccia che rappresenta la solidità famigliare.

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Parliamo di Amaro Hàntak

Il primo prodotto che abbiamo creato è l’Amaro Hàntak come omaggio ai nostri papà come regalo per la loro pensione: durante la pandemia è capitato spesso di bere qualcosa a casa e in queste occasioni ci chiedevamo come sarebbe stato creare qualche prodotto secondo il nostro gusto e la nostra tradizione, utilizzando botaniche tipiche della Lessinia. Amaro Hàntak, in cimbro, significa amaro “amaro” come è stato l’anno 2020, particolarmente amaro per tutti noi.

Nello sviluppo della ricetta abbiamo deciso innanzitutto che l’amaro dovesse avere botaniche della Lessinia note ai cimbri e catalogate dal prete di Sprea, un sacerdote che ad inizio 900, studiando le proprietà delle erbe officinali locali, ha creato un erboristeria che esiste ancora oggi e che ci fornisce gli ingredienti locali. Tra queste abbiamo scelto carciofo, tiglio, camomilla e mallo di noce. Nella nostra idea, però, l’amaro doveva anche essere un liquore moderno, quindi con pochi zuccheri, senza elementi chimici e senza coloranti. Per capire come dare morbidezza senza aggiungere troppo zucchero abbiamo ripercorso la tradizione degli amari di tutta Italia e,
un po’ sulla base di ciò che si ha a disposizione e un po’ per l’abbinamento con la cucina tipica, abbiamo visto che mentre al nord si ha una tendenza verso gli amari erbacei, al sud si utilizzano molto gli agrumi. Da qui la scelta di utilizzare arancia e mandarino, oltre al locale tarassaco, per arrotondare il gusto. Per la parte più amaricante ci siamo affidati a botaniche più o meno tradizionali come china, rabarbaro e genziana. Il prodotto è al 25% vol, la gradazione ottimale per questo tipo di liquore.

Due ingredienti essenziali per il racconto racchiuso in Amaro Hàntak sono il tiglio, considerato sacro dai cimbri, e la ruta, che pensavano avesse il potere di scacciare le streghe ed esorcizzare gli spiriti maligni, proprio come noi volevamo esorcizzare l’anno 2020 (e 20 è il numero totale di botaniche nel prodotto). Sulla bottiglia infatti è raffigurata una strega, personaggio tipico delle fiabe cimbre, nelle quali ha sempre connotazione negativa e che qui rappresenta il 2020. Essa vola sopra al Ponte di Veja, uno dei monumeti storici della Lessinia, il ponte naturale più grande di Europa, citato anche da Dante e dipinto in un affresco del Mantegna.

Anche la scelta della bottiglia si ricollega al nostro racconto, infatti l’abbiamo presa da un’azienda veronese ma proviene dalla Germania, cioè da dove arrivarono i cimbri tra il XII e XIII secolo d.C., e nella forma e nel colore ricalca le bottiglie farmaceutiche tipiche della tradizione liquoristica.

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Ora siamo curiosi di sapere cosa racconta e come è fatto Gin Tzòa!

Tzòa, in cimbro, significa due, e questo gin infatti è il nostro secondo prodotto. Ma due sono anche gli occhi del basilisco, la figura mitologica che fa da filo conduttore al prodotto.

È un distilled gin e anch’esso contiene 20 botaniche, alcune sono le stesse dell’amaro, come tiglio, tarassaco e arancia, e la base è lo stesso alcol da cereali di altissima qualità. Anche l’acqua con cui viene ridotto ai suoi 40°, è la medesima che usiamo nell’amaro, un’acqua sorgiva purissima che viene dal Monte Grappa. La ricetta unisce ingredienti tradizionali a botaniche particolari che hanno reso difficile il bilanciamento della ricetta, ma che rendono davvero caratteristico il gin: il mix tra la scelta dei prodotti e il metodo realizzativo porta ad un gin secco ma allo stesso tempo molto aromatico, quasi “ruffiano”.

Anche in questo caso in etichetta troviamo un luogo importante della Lessinia, la Spluga della della Preta, una delle grotte carsiche che scende fino a 900 metri di profondità e che attira visitatori da tutto il mondo. La figura del folklore cimbro invece è il basilisco, detto anche biso galeto, un animale ibrido, chimerico, che secondo le leggende si nascondeva negli anfratti bui dei boschi o, appunto, nelle grotte carsiche. Due delle botaniche caratterizzanti del gin sono la castagna dolce tipica della Lessinia, il Marrone di San Mauro, e il Sorbo dell’Uccellatore, le cui bacche rosse richiamano gli occhi del basilisco, che aveva il potere di pietrificare chiunque incrociasse il suo sguardo e proprio il sorbo rappresenta un ingrediente per la pozione anti- pietrificazione. Esattamente come l’amaro con la strega, anche il gin esorcizza dunque le personificazioni di ciò che è malvagio e pericoloso.

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Quali sono i vostri consigli di miscelazione?

Il Gin Tzòa è studiato appositamente per dare il massimo una volta miscelato anche se risulta molto apprezzato liscio, on the rocks. Il nostro consiglio è di miscelarlo con Acqua Brillante Recoaro con guarnizione di scorza d’arancia: un gin&tonic super “local”!

L’Amaro Hàntak ovviamente si beve benissimo liscio, freddo da frigo e non ghiacciato, ma lo proponiamo anche miscelato con un top di acqua tonica Schweppes Premium Mixer Original, ghiaccio e guarnizione di scorza d’arancia o arancia essiccata.

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