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GIoVE Gin, quando il Prosecco non ha le bollicine

Elisabetta Lugli
March 11, 2021

GIoVE Gin of Veneto, l'unico London Dry con sentori di Prosecco grazie all'uso dell'uva Glera in distillazione...

A volte il destino crea alchimie magiche: prendete per esempio il caso di tre giovani amici veneti che crescono, si trasferiscono e si ritrovano tutti e tre a Milano. L’amicizia e la nostalgia di casa che condividono li porta a istituire una serata settimanale nella quale ritrovarsi sempre: il giovedì. Per Francesco e Pierfilippo il giovedì diventa la serata del gin tonic. Per Davide no perché è astemio, ma questo non lo ferma certo dal presenziare all’incontro con gli amici di sempre. Poi, ecco che arriva l’emergenza sanitaria e il giovedì sera diventa un momento di reclusione come tutti gli altri. Invece di restare fermi, però, i tre amici decidono di dare una spinta a un’idea che covavano già da un po’, creando GIoVe Gin. Abbiamo parlato con loro per farci raccontare tutta la storia. Ecco cosa ci hanno detto.

Giove Gin

GIoVE Gin è nato durante la pandemia, ci raccontate i dettagli?

Sì, esatto. Nei nostri incontri del giovedì ne parlavamo già da un po’: volevamo creare un gin capace di valorizzare uno dei prodotti più tipici della nostra terra, l’uva Glera: quella con la quale si produce il Prosecco. La pandemia è servita da miccia, ha accelerato tutto il processo. Non potevamo più trovarci a bere i nostri gin tonic, era arrivato il momento di creare il nostro distillato. 

Come vi siete mossi dal momento in cui avete preso la decisione di produrre GIoVE Gin?

Abbiamo fatto analisi, test, business plan; abbiamo individuato la distilleria giusta a Meda, in Brianza. Abbiamo trovato le materie prime che cercavamo. L’idea era chiara: valorizzare il vitigno Glera. Per questo abbiamo optato per un London Dry: era necessario tirare fuori i sapori della frutta e questa tipologia ci permette di mantenere un giusto equilibrio senza nascondere il sentore dell’uva nel gin.

Come viene prodotto GIoVE Gin?

Il procedimento prevede una doppia tecnica: una prima parte di distillazione discontinua in alambicco di rame in small batch, per arrivare a un massimo di 250 bottiglie. Poi usiamo una tecnica mista che prevede il metodo steeping, dove utilizziamo tutte botaniche – che sono ginepro, angelica, coriandolo e uva Glera – tranne le foglie di Glera, che vengono invece distillate in corrente di vapore ovvero non in contatto diretto con il liquido ma posizionate in alto, di modo che si mantenga un equilibrio nel gusto. 

Che caratteristiche ha GIoVE Gin?

Si tratta di un gin che si distingue per l’aroma fruttato dell’uva. Ha un gusto intenso, rotondo e bilanciato e un inconfondibile retrogusto che rimanda al mondo del vino. Per questo abbiamo deciso di segnalare l’annata di raccolta dell’uva, come si fa per il vino, per dare ancora più valore alla botanica principale. Inoltre GIoVE Gin può essere diverso a seconda dell’annata, proprio come accade con il vino, anche se parliamo di differenze meno percettibili.

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Da dove arriva il nome, GIoVE Gin?

Si tratta dell’acronimo di GIN of VENETO. Ne esce GIoVE ma non abbiamo ambizioni divine, ci piaceva che la parola ricordasse anche il giovedì, il nostro giorno di ritrovo settimanale a Milano: è da lì che è nato tutto il progetto.

La bottiglia ha una trama particolare, cosa vi ha spinti a sceglierla?

La scelta non è stata facile; le bottiglie del gin di solito sono molto simili tra loro. Questa è diversa, la trama valorizza le nervature del vetro, secondo me ricorda anche i campi durante la vendemmia, il concetto di fatica. Rimanda a qualcosa di grezzo. E poi è prodotta con vetro riciclato.

L’etichetta è invece elegante, volevamo che fosse pulita. Questa in carta cotone, di qualità, è piacevole al tatto. Rispecchia bene l’idea di prodotto premium.

Gusta Giove Gin

Come amate gustare GIoVE Gin?

Con una tonica secca e una semplice bacca di ginepro come garnish. Abbiamo amici che preferiscono usare toniche più dolci, a noi piace evitare aggiunte che impattino sul gusto. Per lo stesso motivo sconsigliamo di utilizzare la scorza di limone. Meglio assolutamente la bacca di ginepro oppure, in onore della botanica principale, un acino d’uva. Anche il Negroni riesce molto piacevole con GIoVE Gin.

Siete soddisfatti dei risultati ottenuti fino a oggi?

Sì, abbiamo ottimi feedback, tanto che stiamo già pensando a una seconda linea di gin, una nuova versione, sempre mantenendo le radici del territorio, usando le stesse botaniche ma con un’aggiunta. Non ti diremo di cosa si tratta, manteniamo la suspense!

Un’ultima curiosità: che ruolo ha l’amico astemio?

È lui che tiene in piedi il business! (ridono, ndr).

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